Lo standard dell’Akita Inu

A seguire nelle prossime righe troverete quello che viene definito “Lo standard di Razza”, abbiamo cercato di renderlo il più comprensibile anche per chi si trova per la prima volta ad approcciare con il mondo cinofilo e con I termini tecnici che ne derivano.

ORIGINI: Giappone

DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 13.03.2001

UTILIZZAZIONE: Cane da compagnia

CLASSIFICAZIONE F.C.I.:  Gruppo 5 cani tipo Spitz e tipo primitivo

                                                 Sezione 5 spitz asiatici e razze affini

                                                 Senza prova di lavoro

ASPETTO GENERALE

Cane di grande taglia, di robusta costruzione, ben proporzionato e con molta sostanza; le caratteristiche del sesso sono fortemente marcate. Ha grande nobiltà e dignità anche se modesto. Corporatura robusta.

Le caratteristiche descritte in questo primo punto sono qualitative e devono essere percepite a prima vista: nell’osservarlo da una certa distanza, meglio mentre sopraggiunge, l’Akita esprime eleganza e forza nel movimento in un atteggiamento misurato. La postura composta, le orecchie orientate verso il punto di osservazione e lo sguardo profondo sono indicatori della capacità di attenzione e concentrazione verso l’osservatore, che può essere una persona che si incontra in passeggiata oppure il giudice in un ring di esposizione che deve percepire la fierezza tipica di questa razza.

Anche il sesso è una caratteristica che deve risultare subito evidente, non solo agli addetti ai lavori ma anche a chi non ha familiarità con la razza. La differenza di statura tra maschio e  femmina è un requisito necessario, ma non sufficiente per la percezione della femminilità o della mascolinità, che sono l’espressione di diverse caratteristiche insite nella morfologia e nell’atteggiamento del soggetto; la femmina, per esempio, ha un’andatura più armonica e aggraziata rispetto al maschio, che invece mostra un passo più pesante ed energico; con riferimento alla morfologia invece, l’ossatura del maschio è più pesante rispetto a quella della femmina, come anche la muscolatura: in breve, l’insieme di tutte le differenze morfologiche rilevabili tra i due sessi (la statura, la quantità di massa muscolare, l’ossatura, la durezza del pelo etc.) viene chiamato dismorfismo sessuale, un termine spesso utilizzato dagli addetti ai lavori soprattutto per evidenziare i casi in cui è carente o mancante.

PROPORZIONI IMPORTANTI

Rapporto altezza al garrese/lunghezza del corpo (dal punto delle spalle al punto delle natiche): 10:11 – ma il corpo è leggermente più lungo nelle femmine che nei maschi.

La correttezza di questa proporzione è rilevabile quando si osserva un Akita lateralmente: il suo corpo, esclusa la parte della testa, deve dare l’impressione di poter essere contenuto in un quadrato. Il soggetto osservato deve quindi risultare compatto e ben proporzionato rispetto alla sua altezza, che è la misura che si assume come riferimento per determinare il corretto equilibrio con il confronto rispetto alle altre dimensioni. Visto di fronte il corpo dell’Akita mostra la larghezza del petto, una caratteristica molto importante nella razza: questa è circa uguale al 40% dell’altezza al garrese (significa che un soggetto alto 66 cm deve risultare largo più o meno 27 cm). Soggetti con un collo più o meno lungo possono in qualche modo alterare la percezione dell’osservatore rispetto all’altezza, per questo motivo è importante valutare anche altre proporzioni, come la profondità del petto, che deve essere circa pari al 50% dell’altezza; un esemplare con un collo eccessivamente lungo potrebbe apparire con un avambraccio troppo corto, oppure un esemplare senza collo o eccessivamente largo potrebbe sembrare troppo tarchiato. L’equilibrio corretto tra le dimensioni di un Akita determina l’armonia del soggetto, un concetto molto importante che spesso supera anche una eventuale carenza rispetto ad una misura assoluta, come del resto capita di osservare nella attuale selezione della razza in Giappone che ci propone sempre più frequentemente esemplari premiati con i massimi titoli che difficilmente raggiungono il minimo di taglia imposto dallo standard ma che, nonostante ciò, sono considerati come la massima espressione della razza grazie alla grande armonia che li contraddistingue.

Tralasciando le misure effettive del corpo, le proporzioni generali percepite da un osservatore possono essere fortemente influenzate anche dalla quantità di pelo che talvolta può mascherare alcuni difetti: per esempio, a parità ossatura, il soggetto con più pelo negli arti anteriori e nel petto potrebbe ingannevolmente apparire più robusto; ecco perché, a prescindere dall’impatto visivo, è importante toccare con mano l’esemplare di cui si vuole determinare con certezza l’effettiva massa muscolare, la solidità del dorso etc. ed è quello che tipicamente avviene durante il giudizio espositivo, quando il giudice dopo aver osservato il soggetto inizia a toccarlo con mano.

Recentemente il club americano di razza (JACA), in collaborazione con giudici e allevatori giapponesi, ha preparato una guida che utilizza come materiale per la formazione dei giudici dell’AKC (American Kennel Club) che si sono ritrovati solo di recente a dover giudicare  l’Akita come razza separata rispetto all’Akita Americano, causa la separazione delle razze. Questa guida riporta delle ottime illustrazioni utili per la comprensione dei singoli punti che sono elencati solo brevemente nello standard FCI, e che usiamo, ma con le dovute limitazioni dovute al fatto che la guida del JACA risulta più penalizzante rispetto alle caratteristiche ritenute meno desiderabili.

COMPORTAMENTO – CARATTERE

Il temperamento è composto, fedele, docile e recettivo.

Senza ripetere quanto già riportato nel primo punto circa l’atteggiamento dell’Akita, mi piace proporre relativamente all’aspetto caratteriale un video che abbiamo ripreso in occasione del 141° Hombuten, che è la più grande e importante esposizione di razza, organizzata in Giappone due volte l’anno dalla sede centrale del Akiho – Akita Inu HOzonkai - organizzazione che si occupa della tutela e della conservazione della razza.

Si tratta di una particolare tecnica di handling - cioè di gestione del cane al guinzaglio – dove si mettono a confronto “muso contro muso” due esemplari maschi, viene chiamata “sparring” ed è proibita nell’ambito delle esposizioni FCI.

Si può osservare come i due Akita riescano a mantenere un atteggiamento di apparente calma e compostezza, risultando quindi ricettivi rispetto alla volontà dei loro handler di ottenere quel determinato atteggiamento in quel determinato momento.

Gli esemplari del video sono a sinistra Ryumon Go Ryujo e a destra Moriizou Go Ryuukaen, entrambi insigniti con la massima onorificenza assegnabile ad un Akita nell’ambito di un percorso espositivo Akiho: il titolo di Meiyosho.

TESTA

REGIONE DEL CRANIO

Cranio      la misura è in proporzione al corpo. La fronte è ampia, con distinta sutura metopica. Nessuna ruga

Stop          definito

REGIONE DEL MUSO

Tartufo     largo e nero. Una leggera e diffusa mancanza di pigmento è accettata solo nei cani bianchi, ma il

                   nero è sempre preferito.

Muso       moderatamente lungo e forte con ampia base; si assottiglia ma non è appuntito. La canna nasale è

                  diritta

Denti        forti, con chiusura a forbice

Labbra      aderenti

Guance     moderatamente sviluppate

Occhi         relativamente piccoli, nella forma quasi triangolare dovuta al rialzarsi dell’angolo esterno

                   dell’occhio; posizionati moderatamente distanziati, marrone scuro; più sono scuri, meglio è.

Orecchi     relativamente piccoli, spessi, triangolari, leggermente arrotondati alle punte, posizionati

                   moderatamente distanziati, eretti e inclinati in avanti.

Collo        spesso e muscoloso, senza giogaia, proporzionato alla testa

Le caratteristiche della testa sono quelle che arrivano per prime all’osservatore e permettono di distinguere una immediatamente una razza dalle altre. Una proporzione importante della testa  è il rapporto muso/cranio, che nello standard elaborato dall’ Akiho viene indicato nella misura di 4:6. In maniera più semplice si potrebbe dire che il muso di un Akita, visto di lato, risulta poco più lungo rispetto alla metà della lunghezza del cranio, che si misura dal centro della fronte fino alla attaccatura posteriore delle orecchie (vedere le illustrazioni per maggiore chiarezza).

 La superficie del cranio, osservata di fronte, risulta piatta con e un visibile affossamento al centro dovuto alla sutura metopica (congiunzione tra le due metà simmetriche del cranio) che risulta evidente fino alla fronte e traccia una linea ben distinguibile. La pelle della regione del cranio, a sviluppo concluso, risulta tesa e non presenta pieghe eccessive o rughe.

Anche le labbra, coerentemente con la pelle, sono tese quanto basta per non risultare cadenti oltre il mento o pendenti, pur rimanendo aderenti tra loro in modo tale da evitare di lasciar scoperti i denti o risultare troppo tese.

Il mento deve essere ben evidente, possibilmente ampio e contornato dalle labbra superiori dal profilo curvilineo, che gli fanno da contorno coprendolo parzialmente, solo sui lati. (Vedere le illustrazioni per maggiore chiarezza).

Il pigmento è nero per il tartufo, per le labbra - internamente ed esternamente – e nei polpastrelli. Anche il palato deve mostrare un buon livello di pigmentazione; nei cuccioli più pigmentati si possono osservare anche le unghie nere che schiariscono con la crescita. La lingua invece non deve mostrare macchie e la dentatura deve essere completa, con chiusura a forbice.

 Un’altra caratteristica dell’Akita è quella di possedere delle guance evidenti, che sporgono leggermente dal cerchio nel quale la testa risulta idealmente inscritta, ma senza far apparire il cranio troppo largo rispetto alla sua altezza nella vista frontale (vedere le illustrazioni per maggiore chiarezza).

Viste di lato in posizione di stazione, le orecchie sono tali che la congiunzione tra il punto esterno della base e la punta passa una linea parallela al profilo del collo. Alla vista frontale, invece, si osservano due triangoli scaleni (che coperti dal pelo, quando presente, appaiono isosceli) con la punta arrotondata, la cui proiezione cade all’interno della base: la base deli orecchi non deve essere troppo stretta – tale da farli apparire troppo alti e stretti, né troppo larga – tale da farli apparire troppo bassi e con i punti di attaccatura interni troppo vicini tra loro, poco distanziati. Le orecchie sono posizionate sulla testa, distanziate in maniera tale da non eccedere rispetto alle linee verticali che la delimitano lateralmente (non devono dare l’impressione finire sulle guance, o risultare “appese”). Più il cranio risulta ampio più le orecchie appaiono distanti, e la loro distanza appare tanto maggiore quanto la loro dimensione è piccola. (La loro dimensione deve essere però proporzionata all’ampiezza della testa).

Orecchie rivolte verso l’esterno, portate troppo basse o troppo erette, troppo grandi o troppo piccole rispetto alla testa, poco o eccessivamente spesse non sono desiderabili. La forma triangolare deve essere sempre identificabile, pertanto l’arrotondamento della punta non deve avere un raggio eccessivo, tale da farle apparire quasi rotonde.  Anche in questo caso è importante che ci sia il giusto equilibrio che rende il soggetto gradevole, nei limiti delle caratteristiche descritte dallo standard, armonioso e fiero.

La quantità di pelo presente sulla testa può aiutare nel restituire a chi osserva una sensazione di buon equilibrio, pur in presenza di leggeri difetti.

Gli occhi sono scuri, relativamente piccoli e ben inseriti nelle cavità oculari tanto che osservando un esemplare di Akita da moderata distanza le rime palpebrali (dal pigmento nero) unitamente all’occhio determinano un’area omogenea, tutta nera, e di forma quasi triangolare. Il triangolo è scaleno - con la base più ampia rispetto all’altezza - e risulta leggermente inclinato per via della base che tende a rialzarsi verso l’orecchio: l’inserimento degli occhi nella testa deve essere tale che la linea passante per i due punti, interno ed esterno, della base attraversa il vertice esterno dell’orecchio: tale linea determina l’inclinazione generale dell’occhio, che risulta moderata (non supera generalmente i 15/20° nei soggetti più premiati). La linea verticale, passante per il vertice interno dell’orecchio, divide idealmente l’occhio a metà; gli occhi devono quindi apparire moderatamente distanziati, coerentemente alla distanza tra le orecchie. Caratteristiche eccessive dell’inclinazione o della forma dell’occhio, che rendono il soggetto tendente all’ipertitipo, non sono coerenti con le indicazioni fornite dallo standard, anche se  la riduzione della lunghezza del muso, la sua forma sempre più appuntita e gli orecchi sempre meno eretti sembrano caratteristiche gradite ad alcuni allevatori e desiderabili ai fini di un risultato estetico più accattivante.

La canna nasale, vista di profilo, parte dal tartufo termina nello stop risultando diritta. Lo stop è anche il punto da cui ha origine la linea che disegna il profilo della fronte. L’angolo tra le due linee (del profilo della canna nasale e della fronte) è pari a 135°, questo implica che quando la testa è posizionata in modo da avere la canna nasale orizzontale, l’inclinazione della fronte è pari a 45° rispetto alla linea verticale. Anche in questo caso la quantità di pelo può restituire una sensazione di stop maggiormente marcato rispetto all’effettivo profilo del cranio. L’altezza della fronte, rispetto alla canna nasale. deve essere paragonabile a circa la metà dello spessore del muso. La  fronte è quindi ampia, ma non alta. (Vedere le illustrazioni per maggiore chiarezza).

Anche l’inclinazione della fronte più tendente alla verticale, convessa, con un stop sempre più marcato, seppur non desiderabile secondo standard, sembra essere gradita ad alcuni allevatori in quanto restituirebbe una maggiore profondità di sguardo, unitamente ad un occhio dalla apertura più ampia, rispetto a quella rappresentata negli standard, cioè con l’altezza che risulta paragonabile alla base e tendente ad una forma più trapezoidale che triangolare, caratteristica che eviterebbe di presentare soggetti con un occhio troppo chiuso durante le esposizioni, quando l’Akita viene presentato in stazione con il tipico collare giapponese che stira la pelle del collo per esaltarne le linee ed ingrandire la testa, a svantaggio proprio dell’apertura degli occhi.

Ecco perché a seconda del lavoro di selezione o del gradimento del singolo allevatore gli occhi “relativamente piccoli” si contrappongono a occhi “relativamente grandi”, il muso “moderatamente lungo e forte con ampia base” e che “si assottiglia ma non è appuntito” si contrappone ad un muso corto e appuntito e infine lo stop, “definito”, che si contrappone ad uno stop eccessivamente marcato e ad una fronte eccessivamente bombata.

CORPO

Dorso      diritto e forte

Rene        ampio e muscoloso

Torace     profondo, petto ben sviluppato costole moderatamente cerchiate

Ventre     ben retratto

Coda        inserita alta, spessa, portata vigorosamente arrotolata sul dorso; la punta arriva quasi al garretto

                 quando è lasciata pendere

Sulle proporzioni del corpo abbiamo già espresso delle considerazioni nel primo punto relativo all’aspetto generale. La descrizione fornita in merito alla linea dorsale e del ventre, seppur sintetica, non lascia dubbi di nessun genere: la solidità del dorso è facilmente valutabile se non a vista esercitando una leggera pressione con la mano al centro dello stesso per verificare che non ci sia cedevolezza, più facilmente riscontrabile in soggetti dal corpo lungo che possono avere la tendenza a risultare concavi nel dorso o “insellati”.

La linea del ventre deve essere ben retratta, ma questo è un aspetto che spesso si scontra con forma fisica del soggetto che, quando presentato in sovrappeso per risultare più “grosso”,  può mostrare con minore evidenza questo requisito.

Se la linea dorsale, i volumi, gli appiombi etc. sono aspetti comuni a più razze, la coda dell’Akita è sicuramente un elemento caratteristico della razza: deve risultare inserita alta, staccandosi all’altezza della linea dorsale e non sotto. Una coda inserita troppo bassa è con buona probabilità portata in maniera poco desiderabile, ad esempio arrotolata verso l’alto anziché appoggiata elegantemente sul dorso. Una coda ben salda sul dorso invece risulta anche forte e oppone resistenza allo srotolamento. Una coda di adeguata lunghezza deve arrivare fino al garretto se srotolata, ma è opportuno considerare che una coda inserita bassa – seppur di lunghezza sufficiente a raggiungere il garretto - risulta più corta rispetto ad una coda inserita alta, a parità di altezza. Difficilmente una coda corta potrà adagiarsi sul dorso dell’Akita per chiudersi adeguatamente in una forma ellitica, lasciando libera la punta bianca rivolta verso l’alto, come desiderabile al fine di trasmettere eleganza anche nel movimento.

ARTI

ANTERIORI

Spalle                moderatamente oblique e sviluppate

Gomito             aderente

Avambraccio   diritto e con ossatura pesante

POSTERIORI     ben sviluppati, forti e moderatamente angolati

PIEDI                 spessi, rotondi, arcuati e compatti

ANDATURA      elastica e movimento possente

MANTELLO

PELO mantello esterno duro e diritto, sottopelo soffice e fitto; il garrese e il rene sono ricoperti con un pelo leggermente più lungo; il pelo della coda è più lungo che su tutto il resto del corpo.

COLORE rosso fulvo, sesamo (peli rosso fulvi con punte nere), tigrato e bianco. Tutti i suddetti colori, meno il bianco, devono avere l’“urajiro” (Urajiro = pelo biancastro ai lati del muso, sulle guance, sotto la mascella, collo, petto, tronco e coda e nell’interno degli arti)

L’Akita, selezionato in origine come cane da caccia, doveva essere adatto per resistere nei territori collinari e innevati del nord del Giappone. Le sue caratteristiche sono una conseguenza di tale selezione: il pelo esterno, impermeabile e simile sottili fili di nylon al tatto, assolve alla funzione di scacciare l’umidità e a fare in modo che il sottopelo, molto compatto, corto e simile al cotone al tatto, non si impregni trasmettendo alla cute umidità e freddo. Il pelo esterno funge anche da protezione meccanica contro i rami del sottobosco, pertanto deve essere duro. Il pelo esterno è lungo circa 5 cm, poco più lungo nella coda, nella zona del garrese e delle spalle dove tende a formare una sorta di ventaglio che si assottiglia lungo la colonna vertebrale.

Anche l’apparato locomotore è stato selezionato per adattarsi a quei luoghi impervi, pertanto la muscolatura, l’ossatura e gli angoli delle articolazioni sono caratteristici di un passo corto e di una grande la resistenza, ecco perché lo standard definisce l’ossatura pesante degli avambracci e gli angoli moderati sugli arti.

Nei ring espositivi però sono maggiormente apprezzati i cani con buona spinta e passo lungo nel trotto. Questo ha portato gli allevatori, in alcuni casi, a preferire una selezione dove i garretti sono più chiusi, quindi con angoli leggermente più ampi sul posteriore rispetto a quelli indicati negli standard giapponesi.

L’Akita nel movimento, al passo o al trotto, alterna le zampe diagonali: ne consegue che l’ambio non è una andatura tipica della razza. Un movimento che non sia il più possibile parallelo tra gli arti destri e sinistri non è desiderabile. La rotazione dei polsi verso l’esterno, lo sfiorarsi dei garretti o, peggio ancora, il loro incrocio con conseguente oscillazione del bacino, sono considerati dei difetti di movimento.

Anche i piedi esprimono forza e sono caratterizzati da dita raccolte. La base è rotonda, mai squadrata, e il piede risulta evidente rispetto al polso perché spesso. Sono meno graditi soggetti col piede piatto e le dita tenute in estensione. Il metacarpo è corto e inclinato di 10°/15° rispetto all’appiombo.

L’Akita in stazione si presenta con gli arti paralleli tra loro e perpendicolari al suolo, che non sporgono rispetto al corpo, né lateralmente (i gomiti sono aderenti) né sul posteriore (angoli moderati).

L’Urajiro è il pelo bianco che ricopre la parte sottostante dell’Akita ed è presente preferibilmente nei soli punti elencati nello standard. Ha la caratteristica di essere continuo, senza interruzioni, eccetto per la parte di bianco presente nella punta della coda. Eccessi nella quantità di bianco sul petto, nella parte anteriore delle zampe o fino alla spalla, sul collo (macchie, collari o mezzi collari) non sono graditi perché risultano difficili da eliminare o ridurre nella prole, in ottica di riproduzione. Anche se non contemplata nello standard la maschera completamente bianca nell’Akita fulvo è diventata una caratteristica gradita per evitare di appesantire troppo l’espressione, quindi i soggetti con troppo rosso sotto gli occhi e sulla canna nasale non sono sempre graditi agli addetti ai lavori, anche se caratterizzati dalla distribuzione di colore più corretta. L’urajiro è ben definito e soprattutto in volto lo stacco tra il bianco e il colore è netto, più sfumato sugli arti.

Nei soggetti tigrati sono apprezzate tigrature nette e molto sottili. Non sono graditi i manti che presentano delle chiazze di colore o tigrature non regolari; le immagini riportate di seguito sono molto rappresentative in tal senso. I punti di bianco sono i medesimi sia che i soggetti presi in esame siano fulvi o tigrati. La maschera nera è un difetto.

I soggetti bianchi devono essere caratterizzati da un manto uniforme, senza macchie giallastre, e devono possedere preferibilmente una buona pigmentazione delle mucose (tartufo, ano, polpastrelli, palato, rime palpebrali sono preferibili se scuri o neri).

TAGLIA E PESO

Altezza al garrese Maschi 67 cm

Femmine 61 cm

C’è una tolleranza di 3 cm in più o in meno

Come è possibile notare in questa sezione non viene indicato un peso. In passato sembra siano pervenute dai comitati di studiosi degli standard delle indicazioni circa questo dato, che definivano il peso ideale di 45 kg per un maschio alto 67 cm. La realtà è però sembra essere diffusamente differente e difficilmente un maschio adulto in taglia, con una corretta muscolatura e in uno stato di buona forma fisica ottimale, arriva a superare i 40 kg. Gli stalloni più interessanti e più usati in riproduzione, provenienti dal Giappone stesso, sono in genere più vicini al minimo di taglia e non superano i 35 kg. Le eccezioni ovviamente ci possono essere, ma le caratteristiche più apprezzata dai giudici giapponesi, più che la mole e l’altezza, sembrano essere la robustezza e la compattezza generale del soggetto. Sono invece imprescindibili le caratteristiche della testa e del manto.

DIFETTI

tutto quanto si discosta da quanto sopra deve essere considerato difetto e la severità con cui viene penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità.

  • Femmine mascoline e maschi effeminati
  • Enognatismo o prognatismo
  • Mancanza di denti
  • Lingua con macchie blu o nere
  • Iride di colore chiaro
  • Coda corta
  • Timidezza
DIFETTI ELIMINATORI
  • Orecchi non eretti
  • Coda che pende
  • Pelo lungo (arruffato)
  • Maschera nera
  • Macchie su fondo bianco

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali, completamente discesi nello scroto